Ortodonzia Preprotesica a Lugano: perché serve prima di mettere un’incoronazione o un impianto
Un restauro protesico ben fatto inizia molto prima della corona o dell’impianto. Nei pazienti adulti, l’ortodonzia preprotesica è la fase che prepara i denti e le arcate a ricevere riabilitazioni stabili, funzionali ed estetiche. A Lugano, dove la richiesta di soluzioni conservative e di alta precisione è in costante crescita, l’integrazione tra ortodonzia, protesi e implantologia consente di ridurre limature inutili, ottimizzare l’igiene e prolungare la durata dei lavori protesici.
Che cos’è l’ortodonzia preprotesica
È l’insieme di movimenti dentali mirati a creare le condizioni ideali per una riabilitazione: allineare, raddrizzare (uprighting), intrudere o estrudere selettivamente elementi, recuperare spazio perso dopo estrazioni o migrazioni, correggere inclinazioni radicolari e contatti traumatici.
L’obiettivo è duplice:
- dare al protesista o all’implantologo basi corrette (assi, spessori, spazi, emergenze) su cui lavorare;
- restituire al paziente funzione masticatoria, igiene e estetica più facili da mantenere nel tempo.
Quando è indicata (segnali tipici nei pazienti adulti)
- Affollamento e rotazioni che richiederebbero ampie limature per “farci stare” una corona.
- Perdita di spazio per un impianto dopo anni senza dente (chiusure e inclinazioni dei denti vicini).
- Inclinazione dei molari verso lo spazio edentulo (tipping) che ostacola la protesi.
- Estrusione del dente antagonista nel vuoto (overeruption), con perdita di spazi protesici.
- Morso profondo o disfunzioni occlusali che renderebbero instabile la riabilitazione.
- Compromissione parodontale: radici inclinate e trauma occlusale su supporto osseo ridotto.
In tutti questi casi, piccoli spostamenti calibrati permettono riabilitazioni più conservative e prevedibili.
Benefici clinici e funzionali
- Riduzione (o evitamento) delle limature: allineando e raddrizzando il dente, si conserva più smalto e dentina.
- Spazi corretti per impianti: assi e distanze ideali tra radici, emergenze protesiche più naturali.
- Contatti occlusali stabili: distribuzione dei carichi più fisiologica, minor rischio di fratture.
- Igiene semplificata: denti allineati = placca più controllabile, protesi e impianti più longevi.
- Estetica del sorriso: linee, corridoi buccali e piani occlusali più armonici.
Il percorso: dalla diagnosi alla riabilitazione
1) Valutazione clinica e digitale
Raccolta anamnestica, esame occlusale e funzionale, fotografie, scanner intraorale 3D e radiografie. Il set-up digitale consente di simulare i movimenti necessari e verificare in anticipo spazi, assi e volumi per corone o impianti.
2) Pianificazione interdisciplinare
L’ortodontista condivide il piano con protesista/implantologo (e, quando necessario, con parodontologo). Si definiscono:
- spostamenti dentali richiesti (uprighting, intrusione, espansione controllata, distalizzazioni);
- tempi e sequenza delle fasi;
- eventuale uso di miniviti ortodontiche (TADs) per ancoraggi stabili;
- obiettivi protesici: tipo di corona, spessore ceramico, emergenza implantare, estetica.
3) Fase ortodontica attiva
A seconda del caso si usano allineatori trasparenti o apparecchi fissi (anche soluzioni ibride). Le attivazioni puntano a:
- recuperare spazio (riaprire lo spazio edentulo in modo controllato);
- raddrizzare molari inclinati (uprighting) per ottenere appoggi protesici verticali;
- intrudere o estrudere selettivamente per ripristinare piani occlusali e spazi protesici.
4) Verifiche e rifinitura
Controlli periodici (4–8 settimane) per valutare progressi, igiene e stabilità parodontale; piccole rifiniture per centrare i parametri protesici.
5) Riabilitazione
Una volta raggiunti gli obiettivi, si procede a corone, ponti o impianti con maggiore conservatività e miglior integrabilità.
Allineatori o apparecchio fisso? Cosa scegliere in ottica preprotesica
- Allineatori trasparenti: ottimi per movimenti incrementali di allineamento, uprighting moderati, intrusioni leggere e gestione estetica (particolarmente apprezzati dai pazienti adulti). Facilitano l’igiene e gli scambi con il protesista durante i provvisori.
- Apparecchio fisso: preferibile quando servono rotazioni importanti, movimenti radicolari maggiori o controlli tridimensionali molto spinti.
- Approccio ibrido: in casi selezionati, una fase breve con bracket per un movimento “difficile”, seguita da allineatori per rifinitura ed estetica.
La scelta dipende dal tipo di spostamento richiesto e dalle priorità del caso (tempo, estetica, biologia).
Pazienti con parodontite: si può fare?
Sì, ma con criteri rigorosi: controllo dell’infiammazione, sedute di igiene professionale, forze leggere e movimenti lenti, monitoraggio delle tasche. Lavorare in sinergia con il parodontologo è essenziale per evitare traumi su supporto osseo ridotto.
In molti casi, l’ortodonzia preprotesica consente di ridistribuire i carichi, facilitare la pulizia e migliorare la prognosi dei denti residui prima di una riabilitazione.
Durata del trattamento e tempi protesici
La durata è personalizzata: da alcuni mesi fino a circa un anno (o poco oltre) nei casi più complessi. Spesso la fase ortodontica si integra con provvisori estetici e mock-up per verificare funzione ed estetica “in prova”. Pianificare bene i tempi riduce soste inutili e aiuta a coordinare il carico implantare con il raggiungimento degli obiettivi ortodontici.
Perché è una scelta più conservativa (e spesso più economica nel lungo periodo)
- Si preserva tessuto dentale: meno limature, meno rischi endodontici.
- Le corone “sedono” su assi corretti, con spessori ceramici ottimali e finiture accessibili all’igiene.
- Gli impianti si posizionano in modo protesicamente guidato, con emergenze naturali e tessuti molli gestibili.
- Meno complicanze = maggiore longevità delle riabilitazioni.
A Lugano, dove molti pazienti richiedono soluzioni estetiche di alto profilo, questa filosofia “orthodontics first” si traduce in risultati più prevedibili e manutenzionabili.
FAQ rapide
È sempre necessario fare ortodonzia prima di una corona o di un impianto?
No. È indicata quando assi, spazi o contatti non sono ideali. In molti casi semplifica la protesi e ne migliora la durata.
Gli allineatori sono sufficienti nei casi preprotesici?
Spesso sì, ma per alcuni movimenti (rotazioni importanti, torque radicolare) può servire un approccio fisso o ibrido.
Se ho parodontite posso fare movimenti dentali?
Con controllo dell’infiammazione, forze leggere e monitoraggio interdisciplinare, l’ortodonzia può essere eseguita in sicurezza.
L’ortodonzia preprotesica per adulti crea le condizioni affinché corone, ponti e impianti risultino più conservativi, stabili ed estetici. Una diagnosi accurata, il supporto del digitale 3D e una pianificazione interdisciplinare sono la chiave per trasformare riabilitazioni complesse in percorsi prevedibili e duraturi. A Lugano, questa sinergia clinica permette di costruire sorrisi belli non solo oggi, ma facili da mantenere nel tempo.